02 settembre 2009

UN MORTO SUL DIVANO CON L'OCCHIO A SPILLER E IN MANO UN DISTILLATO



La canzone del rientro, la canzone del game over (cit.), la pop song definitiva dell'anno 2009: Heartbreak (Make Me A Dancer) dei Freemasons feat. Sophie Ellis-Bextor.

Puro disco dramma, praticamente Sophie Ellis-Bextor in morfina che se ne sta in disparte ai bordi della pista mentre i Talk Talk epoca Such a Shame suonano la sua megahit planetaria Murder On The Dancefloor. Non fa una grinza.
A modo suo un capolavoro frutto dell'impegno fisico e mentale dei Freemasons, due deejay inglesi che a quanto pare sono soliti fare il giro dei pub londinesi per trovare musica da trasformare in bombe dance. Probabilmente nel più infimo pub della città i Freemasons han trovato Sophie Ellis-Bextor strafatta, le anno offerto un paio di giri di vodka e Redbull, l'hanno caricata in macchina e l'hanno fatta cantare in nome dei tempi che furono, i tempi in cui lei era una popstar famosa a livello planetario e poteva avere tutto ciò che voleva. Ed è venuta fuori una canzone praticamente perfetta che ti entra in testa e difficilmente vuole uscirne, ideale per sfrecciare per le strade di paese con la propria Golf. Bene, bravi, bis.

Oggi la Ellis-Bextor è relativamente famosa nel Regno Unito ed è quasi del tutto caduta nel dimenticatoio nel resto dell'Europa, ma sette/otto anni fa era una diva in heavy rotation su Mtv. Di quel periodo epico restano solo una magrezza piuttosto preoccupante ed un tatuaggio a forma di cuore su un bicipite, il più brutto tatuaggio visto in tv da parecchio tempo a questa parte. La morale di tutta la sua parabola discendente è la seguente: certe esperienze ti segnano nel corpo e nello spirito, ma solo tornando alle tue origini di vocalist in brani dance puoi pensare di ritrovare il tuo equilibrio psicofisico (e puoi guadagnare un sacco di bei soldini). La benza è finita, andate in pace. Amen.

5 commenti:

ghettoculturale ha detto...

Io sono completamente d'accordo.
Il cerchio si è chiuso. E lei è tornata a fare la vocalist come ai tempi di Groovejet.
Certo che quel tatuaggio... io non voglio credere che sia vero.
Un po' quel suo accento so-british manca, alla musica contemporanea, secondo me.

I tuoi complimenti mi fanno sempre molto piacere, anche perché la stima è reciproca.

accento svedese ha detto...

Per me è uno di quei tatuaggi che negli anni ottanta si trovavano nelle bustine comprate in edicola, te li facevi con l'acqua e ti rimanevano quindici giorni.

Paolo ha detto...

Secondo me resta comunque una gran bregna!

Prepuzio ha detto...

Quoto Paolo e rimembro i bei tempi in cui Spiller mi spillava, grazie all'algida Sophie, sia chiaro, la poca gioia contenuta nei miei occlusi pori epiteliali.

accento svedese ha detto...

Comunque la Ellis-Bextor ha ancora un certo talento musicale. Tornerà protagonista. Di che cosa non lo so, ma tornerà protagonista.