10 luglio 2011

LA GIGANTESCA SCRITTA COOP DEI SUPERMERCATI COOP CHE HO VISTO PASSANDO PER LA SVIZZERA


Andare all'Eurockéennes di Belfort in Francia (95.000 presenti nelle tre giornate del festival, quattro palchi, strutture adeguate alla portata degli eventi in cartello, bella gente, cornice fatta di un paesaggio che ti sembrava di essere dentro ad un puzzle da diecimila pezzi – per intenderci uno di quelli con mucche, lago, altipiani e tanto verde, uno di quelli che non finisci mai perché manca sempre un pezzo) e vedersi rifiutare da Liam Gallagher in persona una foto in sua compagnia è una cosa eccezionale.

Ok, gli Arcade Fire stellari, gli Arctic Monkeys stellari, i Les Savy Fav che mi sono perso ma saranno stati stellari sicuro essendo una band enorme, i Motörhead con un Lemmy che a sessantasei anni riesce ad essere ancora una autentica rockstar (quel pallone gonfiato di Vasco “rockstar in pensione” Rossi prenda appunti, please ), Katherine autentico scherzo della natura, i Kyuss riuniti che talvolta riescono a riportare le lancette del tempo a vent'anni fa, i Queens Of The Stone Age idem anche se vent'anni fa non esistevano, gli House Of Pain con chitarra-basso-batteria che sembrano i Dog Eat Dog (e dunque la copia della copia, solo che i Dog Eat Dog erano meglio di questi House Of Pain stanchi e riuniti solo per il cash) e tanta altra roba che non sto qui ad elencare perché sono stanco, però Liam Gallagher quando l'ho incontrato ha rifiutato di fare una foto con me ed io non riesco a darmi pace (in senso figurato ovviamente, mica dico sul serio).

Liam Gallagher chi? Quello degli Oasis, uno dei due fratelli ciglioni, quello che attualmente sembra una statua di cera di Madame Tussaud e con i Beady Eye inscena una parodia degli Oasis dei bei tempi che furono, colui che si presenta sul palco vestito con lo stesso giaccone militare che indossava mio zio quando andava a fare le notturne di pesca ed è talmente tronfio ed arrogante che la prossima volta dovrebbe portarsi esche e trekking light per andare a pescare sul lago adiacente alla location del concerto – così facendo la sua dignità ne guadagnerebbe di certo, e pure la sua capigliatura (per me quella che ha in testa è una parrucca, non può avere così tanti capelli con lo stile di vita spericolato che ha condotto per vent'anni). Liam Gallagher non ha fatto la foto con me e non me ne frega niente, perché tanto ho scoperto la Burn Day e nulla è più come prima per me. La Burn Day è una sorta di versione alla carota dell'energy drink Burn che disseta tantissimo ma non viene venduta in Italia, e forse è meglio così perché altrimenti a furia di berne lattina su lattina ad un certo punto inizierei a fluttuare nell'aria come il Rag. Ugo Fantozzi dopo quattro casse di acqua Bertier bevute al casinò mentre fungeva da talismano per il Megadirettore. Non si finisce mai di imparare cose nuove, alla faccia di Liam Gallagher che si incazzerà tantissimo quando uscirà il disco solista di suo fratello Noel che ovviamente sarà identico a qualsiasi altra cosa degli Oasis. La saga dei Gallagher continua, ma la soglia del ridicolo è stata oltrepassata già da un sacco di tempo ed il bello è che loro non ne sono consapevoli.

Comunque all'Eurockéennes ci voglio tornare, questo è poco ma sicuro. Anche solo per bere Burn Day che in Italia non arriverà mai per colpa del Vaticano, per passare in auto per la Svizzera e fermarmi ad un supermercato Coop (stesso logo di quelli italiani ma non c'entrano nulla, roba da querela o forse è solo perché il logo Coop è internazionale) ma soprattutto per vivere l'esperienza di un festival diverso dal solito.

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