25 gennaio 2012

CAZZI QUELLA GOMENA (cit.)

Qualche giorno fa mi è arrivato per l'ennesima volta un messaggio riguardante il povero Riccardo Capriccioli malato terminale di leucemia che necessita di una trasfusione urgente. Son quasi cinque anni che 'sto bimbo ha diciassette mesi ed è malato terminale di leucemia, periodicamente mi arriva lo stesso sms (o, nel caso di un utente tecnologicamente evoluto, la stessa mail) e direi che è ora di smetterla con questa cazzata che crea danno ai malati veri e a chi lavora per farli in un qualche modo guarire. Mi sono rotto le palle, perché quando è troppo è troppo. Ma chi è che concepisce catene così squallide e fa di tutto per alimentarle? Probabilmente gli stessi italiani che si recano all'Isola del Giglio per farsi immortalare in una foto ricordo di fronte al relitto della nave Concordia, fieri e sorridenti in tutta la loro ingenua semplicità di persone che non riescono più a distinguere il confine tra realtà e finzione televisiva.

Fino a quando ci saranno personaggi televisivi (giornalisti? Uomini di spettacolo? Avvoltoi?) come Massimo Giletti, Bruno Vespa, Barbara D'Urso (uomini? Sì, uomini) ed Alfonso Signorini (uomini? Sì, uomini) che sprecano ore ed ore di trasmissione per spettacolarizzare una tragedia (e speculare sulla stessa) ci saranno gonzi che partono da Milano per scattare una foto di fronte ad una nave incagliata, fieri ed imponenti con indosso occhiali da sole che io non metterei nemmeno per fare i lavori in giardino. Ed il Capitano Schettino è uno di loro, ma dall'altra parte visto che la nave incagliata la pilotava ed è fuggito di fronte alla difficoltà perché quella era la realtà e non la finzione televisiva. Se non fosse stato capitano sarebbe andato di sicuro a farsi fotografare di fronte al relitto.


Non bisognerebbe scherzarci su
(ed infatti non ci scherzo) ma il Capitano Schettino è davvero la maschera che meglio rappresenta una certa Italia, quella che si tira indietro quando c'è da affrontare una sfida ma poi si incazza perché le cose vanno male. L'Italia de “il problema è ben altro”, l'Italia del tutto bene finché non toccano me, l'Italia del va tutto bene madama la marchesa, l'Italia del son tutti froci col culo degli altri (uomini? Sì, uomini), l'Italia del male minore ecc. ecc ... insomma l'Italia che non ci piace (plurale maiestatis d'obbligo perché sono in pieno delirio di onnipotenza) e che faremo di tutto per cambiare (veltronismo maiestatis d'obbligo perché sono in pieno delirio di impotenza). La gag di Fantozzi sulla barca del Megadirettore assieme a Filini in confronto non era nulla, e questo qua mentre la barca affondava era già a terra ed era pure riuscito a portare in salvo il suo pc portatile manco fossimo in una puntata di Baywatch. Più che Schettino, schiaffoni (almeno un paio, a tutto braccio).

Io non giudico la figura di Schettino perché solo dio può permettersi di giudicare (in questo caso sto solo facendo finta di essere credente anche se scrivo dio con la minuscola, ormai il delirio di onnipotenza/impotenza ha vinto definitivamente), io parlo come l'uomo della strada divenuto esperto di navigazione & di legislazione che si applica alla stessa grazie alle notizie flash dei tg televisivi e a Bruno Vespa, Massimo Giletti, Barbara D'Urso ed Alfonso Signorini (uomini? Sì, uomini) che dedicano intere puntate alla narrazione della vicenda del Giglio. Schettino ha sbagliato perché non ha abbandonato la nave per ultimo, si è preso un cazziatone da De Falco ma non è bastato, ci sono state vittime e dispersi ed ora probabilmente pagherà. Che la giustizia faccia il suo corso, tenendo sempre conto che spesso e volentieri in Italia la giustizia è piuttosto lenta ed in molti casi è giustizia-spettacolo che esiste in tv e non nelle aule dei tribunali.


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