23 febbraio 2012

Zio Ax vs. Papi Silvio


Non abbiamo neanche fatto in tempo ad affezionarci a quel capolavoro da dopolavoro nordcoreano di Meno male che silvio c’è che Silvio Berlusconi ha deciso di rivoluzionare tutto e cambiare inno (tra l’altro senza nemmeno avvisarci, ma tant’è). E non ha scelto un inno qualsiasi: ha composto di suo pugno (così dice, ed io gli credo ciecamente) una cosa che in realtà è concettualmente identica a Gente che spera degli Articolo 31. Non siamo nel territorio del plagio tout-court (per quello si sa, basta e avanza l’ottimo Zucchero), ma andiamo oltre spingendoci fino alla scopiazzatura di intere strofe del testo senza nemmeno riuscire ad essere altrettanto efficaci, fino al voler ostentare ottimismo anche se ormai si è giunti a fine corsa, fino al voler sembrare giovani/giovanilisti a tutti i costi, fino all’oltrepassare quel labile confine che separa i concetti di “surreale” e “ridicolo”. Che figata.

E come l’ha presa il mio maestro adolescenziale J-Ax? Sicuramente si sarà incazzato abbestia, poi ci avrà riflettuto su ed avrà riso tantissimo – com’è giusto che sia, da persona vera qual’è. Secondo quanto è dato ascoltare dalla versione postata da Repubblica.it (che pare registrata in un cesso di un Autogrill vicino a Rho) musicalmente il nuovo inno del Pdl ricorda più la sigla di un qualche cartone animato a caso fine anni settanta/inizio ottanta (tipo Lady Oscar, ad esempio) che il brano degli Articolo 31. C’è stato un poco scaltro furto di concetti, che io vedo più o meno così: il ghost writer di Berlusconi ha un figlio grande fan degli Articolo 31, ha sentito qualche cd del figlio, è stato colpito dal testo di un brano ed ha deciso riproporne pari pari le tematiche – ovviamente ricorrendo ad alcune esagerazioni, tanto per far contento il Capo e potergli far affermare ha testa alta qualcosa del tipo “L’ho scritto di mio pugno in tre ore”. Nulla di male, dunque – nulla che non possa far gridare lo scandalo anche perché una cosa del genere rappresenta (qualora ci fosse ancora bisogno di dimostrazioni) la fine definitiva di quel ridicolo teatrino che è stata la politica italiana dal 1993 al 2011. Sul palco chi ci sta? Ci sta la fine per chi fino ad oggi ha solo parruccato (cit.), ed ovviamente non perché Berlusconi ha rubato concetti di J-Ax (e ci mancherebbe) ma proprio perché se un partito pensa di risolvere i problemi della gente con una canzone che pare la sigla di Lady Oscar registrata nei cessi di un Autogrill vicino a Rho è un partito degno dei luoghi in cui tale canzone è stata registrata (non sto a menzionarli ancora perché altrimenti divento ripetitivo e/o sembra che Autogrill mi paghi per far pubblicità occulta).

(Dance Like Shaquille O'Neal)

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