03 aprile 2012

UN'INTERVISTA, STAVOLTA VERA: BUGO


Qualche tempo dopo l’uscita di “Nuovi Rimedi Per La Miopia” (lavoro amato e nello stesso tempo odiato dagli appassionati di un certo tipo di musica – sembro Red Ronnie quando mi esprimo così – incensato oppure stroncato dagli addetti ai lavori) e nel bel mezzo delle nuove date del suo tour italiano abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere co Bugo, artista poliedrico che non ha di certo bisogno di presentazioni (sembro ancora Red Ronnie). Niente presentazioni dunque, procediamo con le chiacchiere.

Innanzitutto, per cominciare facciamo un gioco: visto che che più o meno tutti quando ti intervistano pretendono di parlare con il Bugo di dieci anni fa, io vado oltre e fingo di parlare con il Bugo del 2022. Dove ti vedi tra dieci anni? Ancora musica? E se sì, dove sarai approdato? (perché avrai cambiato ancora pelle, non ha senso andare avanti una vita suonando lo stesso album per far felici i soliti noti, no?)
Non posso saperlo ora. Io vado avanti per progetti che mi tengono occupato uno/due anni. in questo modo ho già fatto diversi dischi senza preoccuparmi per il futuro. Mi adatterò e vedrò. Sai, io non credo di cambiare pelle come dici tu, io in realtà ho già dentro di me molte cose che voglio raccontare, si tratta di tirarle fuori in certi momenti della mia vita. Quello che racconto oggi è sempre stato dentro di me, e così magari tra 10 anni tirerò fuori un altra cosa di me che prima non ho mostrato.

Questo tuo nuovo album “Nuovi Rimedi Per La Miopia” è stato accolto in maniera piuttosto controversa. Che chi ha gradito e chi no (come è giusto che sia visto che i gusti son gusti e siamo in democrazia), ma quello che mi ha più colpito son state le stroncature preventive o comunque premeditate. Gente che che ha stroncato il primo singolo senza nemmeno averlo sentito sul serio oppure gente che ha stroncato l’intero album sulla base di supposte “svolte troppo pop di Bugo”. La mia impressione è che ci sia un certo accanimento verso di te da parte di certa critica musicale, ma appunto è solo una mia impressione dettata dalla lettura di recensioni altrui (e dal fatto che a mio avviso questo disco necessita di più ascolti per essere capito e digerito, non lo si può liquidare dopo due ascolti). Come vivi questa situazione? Più che altro, ti causa particolari pressioni o vai avanti per la tua strada come è giusto che sia?
Guarda, io ho sempre fatto pop, lascia stare il vestito, ma le mie canzoni sono sempre state molto semplici e popolari. La critica militante non mi ha mai promosso veramente, non ho mai avuto copertine di riviste, speciali e cose del genere. Io vado avanti solo per la mia musica. c’è sempre il sospetto sulla mia persona perchè non rientro nei canoni. ma forse va bene cosi, perché comunque il giudizio su un artista non è mai definitivo. tuttavia ho avuto ottimi riscontri da persone e situazioni che prima non mi consideravano. Quindi vedi, io vado dritto per la mia strada e so difendere quello che faccio. Il mio nuovo disco è molto semplice, non c’è nulla di cosi complicato, basta ascoltarlo con “grandi orecchie libere” , non c’è niente di complicato in frasi come “i miei occhi vedono perchè vedono te” oppure “cammino piegato in avanti ,faccio la salita”, oppure “non ho tempo per cenare, posso solo assaggiare”. È molto intenso, questo sì, forse è questo che spiazza.

Quanto ha pesato la firma con una major nel rapporto con certa critica musicale e/o sulla tua carriera?
Quando ho firmato 10 anni fa era successo un bel casino ma io ne ero consapevole. sicuramente qualcuno mi ha snobbato solo perchè stavo con Universal, ma per fortuna non tutti sono così, non tutti giudicano un artista per l’etichetta con cui pubblica. A me interessano le canzoni, non chi te le pubblica. Cosi come contano le canzoni non le recensioni.

Sempre riguardo a “Nuovi Rimedi Per La Miopia”, non mi sarei aspettato un album del genere (o forse sì, vista la tua abilità nel cambiare pelle album dopo album spiazzando l’ascoltatore). Il suono si è fatto più “da stadio” – se mi passi il termine – e certe canzoni paiono fatte apposta per essere cantate in coro da migliaia di persone in un live a San Siro (tanto per rendere l’idea). Effetto voluto, ideale tributo ad alcune delle tue passioni musicali o è semplicemente un mio viaggio mentale?
Non è un tributo a certo tipo di musica. ho seguito quello che certe canzoni richiedevano. Niente di premeditato. Certo è che ad esempio, una canzone come “E ora respiro” è un urlo liberatorio, e un urlo richiede un certo tipo di intensità. Quel ritornello “nannana”, è un urlo di gioia, di voler sentirsi liberi , mi immagino un grande numero di persone che urla con me, cosa che succede nei live. Tutti vogliamo sentirci liberi, e io l’ho raccontato con quella canzone. Non ci avevo mai pensato, ma certo, in uno stadio sarebbe un tripudio. Mi vengono in mente anche certe cori dei Kasabian, adatti per essere cantati in coro da tutti.

Mi riallaccio alla domanda precedente ma più in generale: il tuo percorso fatto è fatto di scelte nette e cambiamenti decisi, un album eri un Bugo e l’album dopo sei un Bugo diverso, familiare ma con una pelle del tutto differente. Mai hai fatto qualcosa di uguale a ciò che facevi prima e la scelta musicale è sempre “opposta” a quella fatta per il disco precedente. Da cantautorato ad elettronica, da pop a rock “da stadio”, senza mai fare scelte scontate o prevedibili. Come arrivi a fare ciò? Come arrivi a queste scelte di cambiamento netto?
Ripeto, non si tratta di cambiamento di pelle, non sono un trasformista. Sono un uomo complesso e racconto tante cose di me e del mondo, che è complesso. Il vestito è solo un vestito. se metti insieme tutti i miei testi senza musica hai un racconto , la mia storia.

Come nasce una canzone come “Lamentazione nr 322” (che per inciso, è una delle tracce che più mi hanno colpito di più in questo disco) e più in generale, come vivi la tua spiritualità? Trovo che in tutto il disco si respirino un senso di pace e di positività, ed anche le tracce più “giocose” come “Mattino” parlano in maniera più implicita di come si può “rinascere”.
Pace? “Lamentazione” non è brano positivo, il testo dice ben altro. Io ti sto chiedendo aiuto, io grido a te ma non rispondi ti sembra un verso che esprime serenità? Non è una canzone spirituale. Non sono attratto dallo spirituale, mi interessano quando certe tematiche religiose si affiancano all uomo. Quindi, ascolta bene le parole prima. “Mattino” è una brano gioioso sì, ma che nulla ha a che vedere con la religione. si tratta di rappresentare la gioia del risveglio con la propria donna. Il disco non è tutto serenità e pace, non è corretto quello che dici. Io non ho trovato pace. Sono sempre molto miope. Io piuttosto mi chiedo da sempre cosa fare per vivere meglio. Io mi pongo delle domande, non dico agli altri quello che devono fare. “I miei occhi vedono” non significa che io ho capito tutto della vita e dell’ amore. È una canzone semplice sul mio amore per mia moglie.

Domanda semiseria: nell’affrontare le tue opere i critici tirano praticamente sempre in ballo Beck e non riesco capire il perché perché sei totalmente differente. E se io tirassi in ballo Gianluca Grignani (come ho effettivamente fatto) ti scandalizzeresti? Ho sentito parecchie “similitudini attitudinali” tra “Nuovi Rimedi Per La Miopia” e il suo “La Fabbrica Di Plastica” e sono del parere che se avesse continuato su quella strada invece di “normalizzarsi” sarebbe arrivato a fare un album come il tuo. Che ne pensi de “La Fabbrica di Plastica”? L’hai mai ascoltato? Io personalmente trovo che sia uno degli album italiani più coraggiosi, belli e sottovalutati degli ultimi vent’anni – almeno a livello cosiddetto mainstream.
Conosco pochissimo quel disco. Io e Grignani siamo completamente differenti, per modo di essere e modo di esprimerci. Se la mia voce può ricordare la sua, beh, non è certo voluto. è come quando tirate in ballo Vasco, o Rino Gaetano, o Battisti. Siamo tutti italiani, cantiamo, ci esprimiamo, è chiaro che qualche rimando ci può essere ma io non ho mai scritto nulla per sembrare qualcun altro.

Visto che sono un tipo curioso, quali sono stati gli ultimi dischi che hai ascoltato e, già che ci siamo, quali sono stati gli artisti più importanti per la tua formazione musicale?
Non ascolto dischi interi, mi faccio playlist miste con Zen Circus, Jovanotti, Vasco, Brunori SAS, Ac/Dc, Celentano, Kasabian, Led Zeppelin, Is Tropical, Dylan, Beatles, I Cani, tutto, un misto, senza limiti di genere, Lady Gaga, rap vario, elettronica mista, tutto. Quelli più importanti? Vediamo, prima che iniziassi a far musica, cioè da adolescente, Duran Duran e Jovanotti. Poi, Nirvana. con “Bleach” ho deciso di buttarmi nella musica e scrivere canzoni.

Com’è stata la tua esperienza di attore in “Missione di pace”? Pensi di ripetere un’esperienza del genere qualora ce ne fosse la possibilità?
Bella esperienza. Avevo accettato anche perchè il personaggio era ritagliato su di me e in parte mi rappresentava. Ripetere? Se la proposta è interessante.

Domandone alla Gigi Marzullo: i sogni aiutano a vivere o la vita è un sogno? Scherzi a parte, hai un sogno nel cassetto (musicalmente parlando, non voglio di certo entrare nel tuo privato)? Ed hai un rimpianto (vale lo stesso discorso fatto sopra)?
Un sogno? Poter continuare la mia vita come adesso, alzarmi e poter decidere cosa fare della mia giornata. Rimpianti? Nessuno.

(Indie For Bunnies)

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